Popilia japonica
Popillia japonica è un coleottero scarabeide originario del Giappone. È presente in Russia (nell’isola di Kunashir, a nord dell’isola giapponese di Hokkaido), in Canada e negli Stati Uniti. In Europa, fino a qualche anno fa la sua presenza era segnalata solo nelle isole Azzorre, in Portogallo, ma dall’estate del 2014 l’insetto si è insediato anche in Italia, in una vasta area del Parco del Ticino tra Lombardia e Piemonte. All’esterno dell’areale di origine, l’assenza di competitori naturali favorisce l’insediamento e l’espansione dell’insetto.
Generalità
È un insetto estremamente polifago, che danneggia piante coltivate e spontanee. Nella fase larvale infesta prati, campi, giardini e orti nutrendosi delle radici delle graminacee. Nel periodo di volo, da giugno a fine settembre, si nutre delle foglie e dei fiori di circa 300 specie di piante. Non è pericoloso per l’uomo e gli animali, ma può causare gravi danni economici e ingenti costi di contenimento. Per questo è considerato dalla normativa fitosanitaria un «organismo nocivo da quarantena».
Come riconoscerlo
Quando emergono dal terreno, gli adulti di Popillia , simili ai maggiolini, sono lunghi circa 10 mm. Il corpo è verde brillante, le elitre bronzee lasciano scoperte cinque ciuffi di peli bianchi su ogni lato dell’addome e un paio sull’ultimo segmento addominale (un “ricamo” che distingue la Popillia dalle specie locali). Insetti gregari, si muovono in gruppi numerosi e aggrediscono le piante a partire dalle parti alte. Le larve sono bianche, ricoperte da rada peluria marrone. La testa, che già a questo stadio si distingue, è marrone.
Alimentazione e danni
Le larve crescono nel terreno a spese delle radici di tappeti erbosi, prati, piante di mais, fagioli, pomodori, fragole, piantine da vivaio e altre piante erbacee. Gli adulti gradiscono e attaccano piante spontanee, di pieno campo, ornamentali e forestali riducendo le foglie a scheletro e distruggendo la pianta. Tra le centinaia di piante di cui possono cibarsi, quelle su cui si riscontano i danni maggiori sono drupacee acero, glicine, rosa, rovo, nocciolo, tiglio, olmo, mais, melo, pesco, soia e vite.
Pathways e vie di diffusione
Il coleottero giapponese è arrivato in Italia attraverso la movimentazione di merci e persone, ma ormai si muove autonomamente sul nostro territorio. Ad oggi ha conquistato nelle regioni del nord un’area pari a 7.500 km2 e la buona capacità di volo gli consente di ampliare di anno in anno l’areale di presenza di alcuni chilometri. Non va comunque sottovalutatala la diffusione accidentale tramite i più comuni mezzi di trasporto, come le automobili.
Cosa stiamo facendo
Per prevenire e contrastare la diffusione di Popillia il Servizio Fitosanitario lombardo opera anzitutto attraverso il posizionamento di trappole per il monitoraggio e la cattura massale degli insetti adulti. Tali strumenti hanno però un potere attrattivo superiore alla capacità di cattura, quindi per evitare ulteriori danni a carico della vegetazione circostante devono essere utilizzati esclusivamente nell’ambito di strategie territoriali e gestiti da tecnici del Servizio Fitosanitario. In ogni caso, la presenza dell’insetto deve essere segnalata tempestivamente alle autorità fitosanitarie. I cittadini lombardi possono farlo anche tramite l’app FitoDetective, scaricabile gratuitamente dalle piattaforme Play Store e App Store.