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Insetti “alieni” invasivi

Tarlo asiatico

Il tarlo asiatico è un coleottero cerambicide originario dell’Asia, molto dannoso per le latifoglie tipiche di ecosistemi forestali, ma soprattutto urbani. Ampiamente diffuso in Cina, Corea, Giappone, Indonesia, Malesia, Filippine, Vietnam e Taiwan, è stato introdotto per errore negli Usa, poi in Austria, Francia e Italia.

Tarlo asiatico

Il tarlo asiatico è un coleottero cerambicide originario dell’Asia, molto dannoso per le latifoglie tipiche di ecosistemi forestali, ma soprattutto urbani. Ampiamente diffuso in Cina, Corea, Giappone, Indonesia, Malesia, Filippine, Vietnam e Taiwan, è stato introdotto per errore negli Usa, poi in Austria, Francia e Italia. Il primo avvistamento in Lombardia risale al 2000, a nord di Milano, nei boschi di Parabiago.

Generalità

In Italia sono arrivate due specie di tarlo asiatico, Anoplophora chinensis e Anoplophora glabripennis. Di aspetto quasi identico (si distinguono per la parte anteriore delle elitre che in A. chinensis risulta granulosa), lasciano fori di uscita in punti diversi del tronco: quelli di A. chinensis sono alla base dell’albero, quelli di A. glabripennis nella parte più alta. In assenza di antagonisti naturali, nei nostri ambienti la loro diffusione è stata irrefrenabile. Le piante principalmente infestate da A. chinensis sono: Acero, Nocciolo, Platano, Lauroceraso, Carpino, Ontano e Betulla. Quelle infestate da A. glabripennis sono Acero, Ippocastano, Betulla, Salice, Olmo e Pioppo.

Come riconoscerlo

L’insetto adulto è di colore nero con macchie bianche irregolari sul corpo. Il maschio misura circa 2,5 cm di lunghezza e ha le antenne lunghe il doppio del corpo (Fig.3), mentre la femmina misura circa 3,5 cm e ha le antenne lunghe poco più del corpo (Fig. 4). In entrambe le specie di tarlo asiatico, le zampe e le antenne hanno sfumature azzurro-nerastre e sono punteggiate di bianco. La larva è di colore bianco-crema e ha il capo bruno (Fig. 5). Può raggiungere i 6 cm di lunghezza, ha il diametro di circa 1cm ed è sprovvista di zampe.

Alimentazione e danni

L’indizio della presenza di tarli asiatici sono i mucchietti di segatura prodotta dalle larve mentre scavano le gallerie per nutrirsi. I danni maggiori sono proprio quelli provocati dalle larve, ma si sommano a quelli provocati dagli adulti quando producono il foro d’uscita. Questi ultimi, oltre a praticare fori di sfarfallamento perfettamente circolari di 10-15 mm di diametro, si nutrono anche dei giovani rametti delle piante ospiti. Fori e gallerie possono fungere da vie d’ingresso per marciumi secondari con conseguente deperimento della pianta e compromissione della sua stabilità.

Pathways e vie di diffusione

I fitofagi parassiti del legno sono, tra le migliaia di specie di insetti esotici, quelli con maggior diffusione in tutte le aree del mondo. Hanno raggiunto luoghi lontani viaggiando all’interno di imballaggi in legno di provenienza asiatica, ma anche attraverso l’importazione di materiale vegetale infestato, come piante ornamentali provenienti da Cina, Giappone, Corea.

Cosa stiamo facendo

Per contrastare la diffusione del tarlo asiatico, il Servizio Fitosanitario regionale procede con attività di sorveglianza quali l’analisi visiva delle piante, che rivela i sintomi delle infestazioni (mucchietti di segatura e fori di sfarfallamento), e l’utilizzo di trappole a feromoni posizionate nei focolai di recente rinvenimento e nelle aree in cui sono in corso operazioni di eradicazione. L’impiego delle trappole è fondamentale anche per individuare i tarli in aree considerate potenzialmente a rischio come quelle di compostaggio o di stoccaggio di materiale imballato proveniente dalla Cina. L’attività di controllo ad oggi è invece basata sull’abbattimento delle piante colpite e la distruzione di tutto l’apparato radicale con apposite macchine trituratrici e con l’obbligo di incenerire il legname delle piante abbattute, in quanto l’insetto riesce a completare il ciclo di sviluppo anche in un singolo pezzo di legno o di radice.

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